
La voce che manca, la gente che piange, le urla, le orecchie che fischiano. Ecco a voi tutto ciò che ci manca dei concerti e che ci spinge a prenotare i biglietti mesi prima e a stare ore in coda prima dell'inizio. Viviamo, ormai da più di un anno, in un limbo piatto, scosso ogni tanto da qualche concerto in streaming (di cui ha già parlato Viola). Oggi le serate a cui eravamo abituati sembrano il frutto di qualche idea utopica e ben lontana dalla nostra realtà.
L'estate scorsa si era intravista una luce in fondo al tunnel: molti artisti, infatti, hanno organizzato concerti per un pubblico ridotto, come gli Psicologi e Murubutu. Lo scorso settembre, ad esempio, sono andato a Genova per assistere a un live di quest'ultimo e devo ammettere che ho proprio un bel ricordo di quell'esperienza, nonostante fossimo in pochi e distanziati. Probabilmente se fosse stato il concerto di Cosmo, sulla cassa dritta, seduto con la mascherina, non mi avrebbe fatto impazzire, ma il vero punto che sto cercando di trattare è il fatto che questo tipo di esibizioni sta tornando. Molti cantanti hanno posticipato nuovamente i loro concerti prima previsti per il 2020 e poi per il 2021 all'oasi nel deserto del 2022.

Sarà l'ultimo rinvio? Spero di sì, ma qua porto pensieri e non certezze, ahimè. L'unica cosa di cui si può discutere è "conviene comprare dei biglietti per i concerti di quest'estate?"
Il tema più discusso del momento è proprio il Green Pass, la certificazione (limitata nel tempo, ottenibile con tampone, guarigione o vaccino) con la quale sarà decisamente più facile accedere ai vari eventi, concerti o discoteche, anche se non si sa ancora se ci sarà per tutta l'estate l'obbligo di tenere la mascherina e di stare seduti. Ad ogni modo, prendiamola con filosofia: effettivamente, ad un live dove non si rischia di essere spinti a terra o approcciati sul ritornello del proprio pezzo preferito si può apprezzare molto di più la musica. Inoltre, l'assenza di eventi, sta gravando moltissimo sui lavoratori dello spettacolo, di cui gli artisti sono solo la punta dell'iceberg, e prendere parte a uno di questi concerti finanzierebbe la ripresa di tutto il settore.

In conclusione, la mia risposta è sì, ha senso comprarli.
Ascoltare musica trasmette sentimenti, i concerti emozioni.