Le cover sono meglio delle canzoni originali?

Pubblicato da Giacomo P. il 19/02/2021 in Pop
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Quanto ci mancano i falò in spiaggia a base di cantautorato. Fra le tante canzoni escono sempre le classiche A mano a mano di Rino Gaetano, La compagnia di Battisti e, se siamo in vena di cultura, Dio è morto di Guccini. E se vi dicessi così, su due piedi, che nessuna delle tre canzoni è stata incisa per la prima volta dall'artista menzionato?

Eh già, stiamo parlando proprio di tre bellissimi esemplari di cover, versioni di brani eseguite da altri artisti. Il titolo è un po' provocatorio (fan triggerati in 3, 2, 1...), ma l'obiettivo di oggi è proprio quello di non farvele sottovalutare. Dalle cover, infatti, ci sono passati tutti: quando si impara a suonare non si compone subito un assolo e anche quando si inizia a cantare si fa riferimento a canzoni già esistenti.
Constatato che in ambito didattico siano fondamentali, perché allora dovrei ascoltarle? Semplicemente basta prendere in esempio la già citata La compagnia, registrata in ordine da Marisa Sannia, dai Tazenda, da Battisti e anche da Vasco. Ognuno l'ha interpretata a modo suo, con strumenti, tempi e incazzature diverse.
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eanche una brutta idea ascoltare cover di brani famosi realizzate da emergenti, magari con un occhio da talent scout; immaginate chi, cercando Don't think twice it's all right di Bob Dylan e l'ha trovata di un giovanissimo Post Malone.
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Scrivendo questo articolo ho scoperto che dietro alcune cover ci sono anche dei retroscena divertenti, come nel caso di A mano a mano: pochi sanno che la bellissima canzone d'amore è stata incisa per la prima volta dall'autore del brano Riccardo Cocciante. Essendo amici, come fossero delle figurine, durante un tour insieme si sono "scambiati" il testo di A mano a mano e di Aida e hanno inciso entrambi la reciproca cover. La versione di Rino Gaetano è diventata molto più famosa probabilmente perché più enfatica rispetto a quella di Cocciante, che dura, addirittura, un minuto in meno.
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Un altro tipo di cover che mi piacciono un sacco sono quelle strumentali. Un tipico esempio sono i brani cosiddetti "fingerstyle" (genericamente, il suonare con le dita senza plettro) dove ci sono dei pazzi che suonano la chitarra dove includono contemporaneamente accordi, melodia della voce e, talvolta, anche delle percussioni, sfruttando la cassa e le corde.
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Per l'occasione ho preparato due liste: canzoni che non sapevi che fossero delle cover...




All along the watchtower – Jimi Hendrix (da Bob Dylan)

The man who sold the world – Nirvana (da David Bowie)

Twist and shout – The Beatles (dai The Isley Brothers)

I fought the law – The Clash (dai The Crickets)

I will always love you – Whitney Houston (da Dolly Parton)

Girls just wanna have fun – Cindy Lauper (da Robert Hazard)

One way or another – One Direction (da Blonde)
... e, dato che sarete abbastanza sconvolti, vi consiglio altre cover che personalmente mi piacciono molto.
Con un deca – I Cani (dagli 883)

Cosa mi manchi a fare – Coez (da Calcutta)

Sparring Partner – Francesco De Leo (da Paolo Conte)

Love Yourself - Megan Nicole and Wesley Stromberg (da Justin Bieber)

Like A Rolling Stone – John Mayer (da Bob Dylan)
In conclusione, sfatiamo il mito che le canzoni originali sono sempre meglio delle cover. Anche se da molti non vengono considerate a prescindere, in realtà si rivelano qauasi sempre un valore aggiunto.
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