MEID - L'intervista

Pubblicato da Charlie il 19/03/2020 in Pop
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Ciaoooo:)

Abbiamo intervistato MEID, cantautore di vent'anni al quale siamo particolarmente affezionati :3 Ha pubblicato da poco il suo utimo singolo Vita Nuova e così ne abbiamo approfittato per farci raccontare meglio il progetto che sta portando nelle scuole per aiutare i ragazzi che vivono situazioni di bullismo, leggete qui!

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Didi: "Ciao MEID, come stai? Ti abbiamo conosciuto quando avevi pubblicato il tuo primo pezzo A testa bassa che affrontava il tema del bullismo. Sappiamo che è un tema che hai ancora a cuore, ci racconti i progetti che stai portando avanti a riguardo?"

MEID: "Sto... mi tengo impegnato, data l'attuale situazione potrebbe sicuramente andare meglio. Dopo A testa bassa ho iniziato a tenere molti incontri, soprattutto nelle scuole e da un paio di anni anche nei teatri. L'anno scorso ho tenuto due eventi al teatro di Piacenza che hanno fatto "sold out". I miei progetti stanno andando molto bene e nelle scuole in cui la tematica del bullismo è poco trattata mi è capitato spesso di incontrare classi che si erano preparate sull'argomento per queste occasioni. Sono contento che sia uno stimolo"

Sara: "Da quando hai pubblicato Vita Nuova ti è capitato di riascoltare A Testa bassa e metterle a confronto? Cosa distingue i due pezzi?"

MEID: "L'ho ascoltata ogni giorno prima che uscisse, per me è importantissimo il legame che c'è tra le due canzoni, Vita Nuova rappresenta una crescita artistica e personale di cui vado molto fiero. Volevo che questo cambiamento fosse visto da tutti ed effettivamente è stato così. La prima è una canzone molto bella, a cui io tengo molto, mentre Vita Nuova è in assoluto la canzone che amo di più, perché sono io, è nata sa sè quasi senza neanche pensarci e quando l'ho cantata per intero è stato magico. Ovviamente sono riconoscente con A testa bassa, perché mi ha permesso arrivare dove sono ora e sarà un elemento chiave della mia vita, ne andrò sempre fiero"

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Luca: "Sotto al video di Vita Nuova ci sono anche commenti di prof, il che significa che non è vero che tutti i professori ignorano queste situazioni. Pensi che l'aiuto degli adulti sia utile per risolverle o il bullismo è un problema che dobbiamo sconfiggere tra ragazzi?"

MEID: "Il fatto che ci sia il commento di un professore, come spesso mi capita, significa che anche tra gli adulti, a maggior ragione tra quelli che si rapportano spesso con i ragazzi c'è chi si interessa al bullismo non solo quando va di moda parlarne ma quotidianamente. Come ho sempre sostenuto l'aiuto, che sia di un amico, di un ragazzo, di un genitore o di un insegnante, è fondamentale. Io racconto sempre che quando successe a me io raccontai tutto ai miei genitori e non so se sia stata una cosa giusta o sbagliata ma sicuramente è una cosa che ho voluto fare. Non me ne pento perché i miei genitori mi hanno aiutato tanto e vorrei fosse chiaro ai ragazzi che non bisogna aver paura di parlarne perché un adulto ha sempre qualcosa in più da dirti rispetto a un tuo coetaneo e ha più esperienza. Mi rendo anche conto di essere molto fortunato ad avere la mia famiglia, non tutti purtroppo hanno questa fortuna ma ci sono molte altre figure adulte a cui riferirsi."
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Benedetta: "Hai incontrato tantissimi studenti nelle scuole e immaginiamo che ora avrai sviluppato una sorta di radar, qual è l'indizio che ti fa capire da subito che ti trovi di fronte a un caso di bullismo?"

MEID: "Si ne ho incontrati tanti, non credo di poter affermare di avere un radar per capire chi sia vittima di bullismo, infatti, come dico sempre, un ragazzo, a meno che non abbia un livido in faccia, se vuole nascondere la sofferenza, in un modo o in un altro, ci riesce. Più che un radar per identificare il bullismo, sia da un lato che dall'altro, ci sono sei campanelli d'allarme durante gli incontri, ad esempio quelle situazioni in cui un ragazzo non parla, si agita quando sa che verranno fatte certe domande o quando viene chiamato il compagno vicino. Capita a volte che i ragazzi si mettano a piangere... un'emozione molto forte, ma anche molto bella. Dal mio punto di vista, se qualcuno durante l'incontro ha trovato il modo di liberarsi, sfogarsi e parlare, allora significa che l'ho davvero aiutato. Ma parlare di radar è molto difficile, se fosse così facile il problema del bullismo verrebbe stroncato molto prima."
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Didi: "Secondo te stiamo riuscendo ad arginare il cyber bullismo? Se fossi ministro quale provvedimento prenderesti per sconfiggerlo?"

MEID: "Forse è la domanda più difficile, spero che con le mie parole non sembrerò un ipocrita.
Sicuramente sono stati fatti tanti passi avanti: tante iniziative, tante innovazioni, alquanto strane, però, forse, quello che le persone dimenticano è che una parte decisiva del bullismo è l'omertà, il bullismo fa paura, a meno che tu non sia così forte e così sicuro di te. Non significa che chi non lo è allora debba essere una brutta persona, assolutamente no.
Non si può chiedere ai ragazzi di mettersi in mezzo, fare video da mandare alla polizia, non si può, è troppo difficile. Perciò, sicuramente la sensibilizzazione aiuta, per questo è bello ciò che stiamo facendo, ed è anche utile per combattere questo fenomeno. Tuttavia, per i ragazzi che sono in una fase della vita molto fragile, in cui ascoltano poco anche i propri genitori, serve qualcosa di un po' più forte.
Io sono certo che, quando faccio gli incontri, questi abbiano un impatto differente sui ragazzi piuttosto che trovarsi di fronte alle forze dell'ordine che spiegano il bullismo dal punto di vista legale e penale, o uno psicologo che spiega cosa succede dal punto di vista emotivo. Incontri di questo tipo non hanno mai aiutato neanche me e non hanno mai smesso di farmi male. Invece avere di fronte qualcuno che ha pochi anni più grande di te, aiuta le vittime a sentirsi capite e i bulli a capire come si sentono, questo è il motivo per cui ai ragazzi piace rapportarsi con me, e li vedo, anche dai vari feedback.
Se fossi ministro, non posso dire cosa farei, perché non lo sono, ma, se le fossi, darei tanta attenzione a questo tema, anche quando non fa notizia, perché è davvero importante"
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Luca: "Hai già dei nuovi progetti in mente?"

MEID: "Da poco è uscita Vita nuova, spero in un po' di fortuna, poiché sappiamo che nella musica, nonostante la canzone sia bella, serve fortuna e, soprattutto, serve che arrivi alla gente, questa è la parte più difficile. Ma sono sicuro possa arrivare, ha un grande valore e lo dico perché, già da come è nata, la sento mia più di tutte le altre canzoni. E' uscita così, naturalmente, e, nonostante abbia lavorato su tutti i dettagli, avendo io molta fede posso dire che me l'abbia cantata Dio nell'orecchio probabilmente. Ma comunque, sono sicuro che abbia un grande valore, spero che qualcuno abbia voglia di farla viaggiare.
In più sto mi sto concentrando su un progetto di produzione in cui aiuto dei ragazzi a realizzare canzoni in modo accessibile, permettendo loro di fare musica in modo che il talento emerga. Poi sicuramente l'università e la musica in tutte le suo forme, mi piace creare, quindi ci proverò in ogni modo possibile"

Tutti: "Grazie MEID per questa intervista, è stata davvero emozionante. Continuiamo a seguirti, a presto!"

MEID: "Grazie di cuore ragazzi, alla prossima!"

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