
Quanto la propria città può condizionare la propria arte? Chiedilo a Tedua, Bresh, Carl Brave, Franco 126 e I Cani, che hanno basato la maggior parte dei propri testi nel parlare delle loro Genova e Roma. Infatti soltanto il fatto di vivere in una città rispetto a un piccolo paese, condiziona il modo di pensare degli abitanti, generalmente portandoli ad avere una mentalità più aperta nei confronti delle altre persone, e offre loro opportunità maggiori (anche nel settore musicale). D'altronde quasi tutti i rapper, in un modo o nell'altro, ricordano di portare rispetto per la città dove vivono (esempio "Ciny" di Sfera Ebbasta e "Lingerie" con Tedua).

Anche, "Polaroid" e "Il sorprendente album d'esordio de I Cani", rispettivamente di Carl Brave x Franco126 e Niccolò Contessa, dipingono la Roma degli anni 2000 meglio di qualsiasi servizio, quadro o libro su questo tema. La descrizione in primo luogo assume un ruolo fondamentale, condita con melodie malinconiche e indie-punk. Invece Bresh, nel suo album "Che io mi aiuti un po'", mostra la "Superba" in tutta la durezza che può avere una città di porto come Genova, ma in un mood chill che ne rende perfetto l'ascolto in un bellissimo panorama ligure. Concludendo, sono gli artisti che rendono poetica una città, o è la città che ispira i poeti?