Cosa succederebbe se non studiassimo storia?

Pubblicato da Martina, Noemi, Giorgio il 02/05/2019 in Detective
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La storia non piace a tutti. Io personalmente la amo, mi piace sapere cose e ripercorrere con la mente i fatti che sono successi in passato, capire come hanno vissuto le persone e non mi pesa nemmeno troppo imparare le date a memoria. Altri la odiano e ci sta, a me fa schifo matematica e filosofia. Va beh. Ma cosa succederebbe se non studiassimo più storia a scuola??
A parte lo spumante e le feste che alcuni di noi farebbero, le cose potrebbero davvero finire male.

Ho trovato questo articolo scritto da Stefano Massini: siamo in una scuola nel 2039 dove non si studia storia. Potrebbe davvero andare a finire così? Io ci sono rimasta davvero male... Leggete qui.
Sono così preoccupata del fatto che le cose possano davvero andare in questo modo. E non preoccupata tipo "Oh pater Galilei dice che la Terra non sta al centro dell'universo, al rogo!". Preoccupata perché fermarsi a "è la mia opinione", condizionata dalla paura, dall'odio e dalle fake news, non crea un dialogo. Non c'è progresso. Non c'è miglioramento.
Non si va avanti, anzi. Si rifanno gli stessi errori.
Bleah è quello che vorrei aggiungere ma dopo sembra che io mi senta superiore alla plebe e non volevo dare questa impressione.

Noemi, 17 anni

La cosa terribile è che ormai si può dire tutto giustificandolo con libertà di pensiero e di opinione. Questa convinzione è nata in America dove tutte le opinioni sono valide perché non riescono a limitare il potere dell'emendamento che tutela la libertà di pensiero. In realtà le cose sono molto diverse e, soprattutto in questo periodo, stiamo rivalutando che venivano considerati buoni o cattivi. Un esempio che mi sconvolge sempre di più è la rivalutazione storica della scoperta dell'America che viene considerata dagli americani come una data da non festeggiare perchè è stata l'inizio degli eccidi degli Indios. Purtroppo non si capisce che il povero Colombo non ne sapeva nulla di quello che avrebbero fatto gli altri europei nei secoli avvenire della sua scoperta che ha cambiato il mondo per sempre.

Giorgio, 15 anni

Nel 2019, parlare di ignoranza, intendendo la mancanza di informazione, potrebbe sembrare assurdo considerando che abbiamo a disposizione tutto e in qualsiasi momento, proprio grazie al nostro cellulare. Internet è una risorsa potentissima, e se utilizzata con coscienza, è utile per ampliare la propria conoscenza e rimanere sempre aggiornati. Le persone controllano i social e scrollano le home, almeno 30 minuti al giorno, e quante notizie vengono lette, senza neanche accorgersene! Purtroppo però la foga nel rimanere sempre aggiornati è estremamente più grande della volontà di conoscere realmente la verità. La verità, infatti, al tempo di Internet, non è assoluta ma dipende dal sito nel quale hai cercato la risposta alla tua domanda, dipende dalla fonte, dipende dal fatto che il dato trovato rispecchi o meno l'opinione personale che si vuole sostenere e così via. Invece, conoscere la verità, dovrebbe essere un diritto inalienabile che deve partire direttamente dall'interesse nostro di raggiungere la propria libertà. Siamo privati di quest'ultima quando ci lasciamo ingannare dalle bugie, dalle mezze verità, dalle notizie create ad hoc per distrarre l'opinione pubblica dalle questioni davvero importanti. La superficialità non ci libererà mai dal controllo dei potenti ai quali interessano solo i loro interessi.


Martina, 18 anni
fakenews
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