Immaginatevi di guardare una partita di calcio tra ragazzi, una di quelle che si giocano ogni settimana in tutti i campetti di provincia.
Spalti improvvisati fatti di tubi, qualche vecchietto appoggiato alla rete, l'odore dell'erba bagnata o della terra secca che si alza a ogni scivolata. La partita procede tutto sommato per il meglio, tra qualche fallo, molti lanci lunghi dettati più dalla fretta che dalla tattica, e la palla che rimbalza storta per colpa delle buche sul campo.
Poi, all'improvviso, scoppia una rissa.
Spalti improvvisati fatti di tubi, qualche vecchietto appoggiato alla rete, l'odore dell'erba bagnata o della terra secca che si alza a ogni scivolata. La partita procede tutto sommato per il meglio, tra qualche fallo, molti lanci lunghi dettati più dalla fretta che dalla tattica, e la palla che rimbalza storta per colpa delle buche sul campo.
Poi, all'improvviso, scoppia una rissa.
È esattamente ciò che è successo a me qualche giorno fa, con l'unica differenza che non ero uno spettatore, ma il portiere di una delle due squadre in campo. Durante un calcio d'angolo apparentemente innocuo, un giocatore avversario ha tirato uno schiaffo a un mio compagno. Un attimo prima si stavano spingendo per prendere posizione, un attimo dopo tutti si sono lanciati nella mischia. Nel giro di pochi secondi l'arbitro è stato costretto ad interrompere il gioco per diversi minuti, mentre cercava di riportare un minimo di ordine tirando fuori cartellini gialli un po' per tutti.
Al primo allenamento dopo quella giornata, la società è venuta a parlarci. Ci hanno chiesto di riflettere su quello che era successo e su come ci eravamo comportati.
Nel calcio ultimamente stiamo assistendo troppo spesso a episodi di violenza senza senso. A volte ad essere picchiati sono gli arbitri, altre volte i giocatori. E i protagonisti siamo tutti quanti noi, adolescenti e adulti che perdono il controllo fino ad alzare le mani, arrivando perfino a tirare pugni senza un vero motivo, spinti dall'istinto, dalla frustrazione o da qualche altra cosa che non saprei nemmeno spiegare.
Non voglio fare la morale a nessuno, ma continuo a pensare che così non si possa più andare avanti. Perché l'idea che il prossimo potrei essere io mi fa quasi venire voglia di smettere di giocare.
E se la situazione è questa, forse non dovremmo stupirci se continueremo a sentire parlare ogni settimana di violenza sui campi da calcio.
Quando scendo in campo non voglio avere paura, voglio divertirmi.
Nel calcio ultimamente stiamo assistendo troppo spesso a episodi di violenza senza senso. A volte ad essere picchiati sono gli arbitri, altre volte i giocatori. E i protagonisti siamo tutti quanti noi, adolescenti e adulti che perdono il controllo fino ad alzare le mani, arrivando perfino a tirare pugni senza un vero motivo, spinti dall'istinto, dalla frustrazione o da qualche altra cosa che non saprei nemmeno spiegare.
Non voglio fare la morale a nessuno, ma continuo a pensare che così non si possa più andare avanti. Perché l'idea che il prossimo potrei essere io mi fa quasi venire voglia di smettere di giocare.
E se la situazione è questa, forse non dovremmo stupirci se continueremo a sentire parlare ogni settimana di violenza sui campi da calcio.
Quando scendo in campo non voglio avere paura, voglio divertirmi.