Tutti possono giocare a Baskin!

È tipo il basket, ma molto più inclusivo
Pubblicato da Daniele il 18/06/2025 in Detective
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La seconda giornata di Ti Accompagno al Mare da Lido Adriano è iniziata con tanta pioggia e mare mosso. In spiaggia per tutto il giorno non c'è stato praticamente nessuno ma nonostante il tempo si sono collegati tantissimi adolescenti da tutta Italia per raccontare la loro estate. Piove anche sui campi di beach volley e beach tennis, di solito sono sempre pieni e per riuscire a fare una partita devi aspettare fuori dalla rete interi pomeriggi.

In estate provare nuovi sport è bellissimo ed infatti è proprio questo il periodo dell'anno in cui molti di noi scelgono lo sport che poi continueranno a fare anche a settembre. Abbiamo parlato proprio di questo anche insieme ad Omar Hakki, lui ha 24 anni, viene dalla provincia di Pesaro e ci ha parlato in diretta di uno sport che nessuno di noi conosceva. Omar, sui suoi canali instagram e tiktok @om_dmd, racconta da diverso tempo il suo rapporto con lo sport e la distrofia muscolare, una rara malattia genetica con cui convive da tempo ed è diventato un punto di riferimento per tanti ragazzi, facendosi portavoce dei valori sociali del Baskin.
Il Baskin è il Basket Inclusivo, sport nato in Italia con l'obiettivo ad unire le persone attraverso la pallacanestro. Il Baskin è uno sport di squadra ispirato al basket, ma con l'obiettivo di includere giocatori con e senza disabilità, maschi e femmine, in una stessa squadra. La caratteristica principale del Baskin è l'utilizzo di più canestri (due normali e due laterali più bassi) e la divisione dei giocatori in ruoli con compiti e regole specifici, i giocatori sono suddivisi in ruoli, numerati da 1 a 5, in base alle loro capacità e attitudini motorie.

Per Omar il Baskin non è solamente fare canestro, è molto di più. Lo ha scoperto nel 2017, grazie ad un suo amico che per la prima gli ha messo una palla da basket in mano ed oggi gioca per una squadra che si chiama La casa di Oz. Giocare a Baskin lo ha cambiato anche fuori dal campo: "È stato un impatto davvero importante, penso di aver cambiato il modo di vedere lo sport e l'amicizia - ci ha raccontato - Per realizzare i propri obiettivi l'unica strada che bisogna seguire è quella di non smettere mai di impegnarsi".
Omar ci ha fatto riflettere su come le barriere che la società quotidianamente ci impone possono essere trasformate concretamente in possibilità per chi trova nello sport una nuova vita. Il baskin è un chiaro esempio di come maschi e femmine, adolescenti e adulti, sono uniti per un unico obiettivo. Forse ad oggi non c'è un modo giusto o uno di sbagliato di fare sport ma sicuramente l'inclusività deve iniziare a far parte davvero della nostra quotidianità.
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