Le ferite di Capo Plaza sono le ferite un po’ di tutti

Siamo stati a Roma, al concerto di Capo Plaza
Pubblicato da Andrea il 05/03/2025 in Pop
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"Qual è la cosa che mi piace di più di "Ferite"? Che sono io, Luca: quello, secondo me, ha colpito di più la gente. E ne vado fiero proprio perché sono riuscito a mostrare più che le mie vittorie le mie sconfitte. Non c'è distinzione tra Luca e Capo Plaza: Capo Plaza è Luca e Luca è Capo Plaza".

Buio.

Immaginatevi, ora, una striscia luminosa bianca che scivola lungo il centro del maxischermo appena dietro il palco. La luce tocca terra proprio nel momento in cui la sagoma di Luca si definisce in controluce. Sotto, intanto, va l'intro di Giovane Fuoriclasse, uno dei suoi brani più iconici che dal 2017 invade le cuffie di noi ragazzi. L'ingresso è un delirio. Così Luca, in arte Capo Plaza, si è affacciato per la prima volta al Palazzo dello Sport di Roma.
Per chi non lo conoscesse, Capo è uno degli artisti più ascoltati da noi ragazzi da parecchio tempo. Moltissimi trovano nei suoi brani quell'energia, quella forza in più che a volte serve per superare dei periodi no.Plaza, però, non è solo esplosività pura. Il suo ultimo album, Ferite, per esempio, mostra maggiormente il suo lato più umano, che in altri pezzi magari non è così evidente. "Ferite sono vittorie e sconfitte" aveva scritto Capo Plaza sotto al post per uscita dell'album lo scorso maggio.

In questo senso, il suo concerto potrebbe essere letto come una grande rappresentazione delle ferite, le ferite di tutti, non solo di Luca: a volte sono vittorie, quindi salivano le fiamme e l'energia; a volte sono sconfitte, quindi saliva il pianoforte e scendevano le lacrime.
Da una parte c'era il trionfo della saga di Allenamento (1, 2, 3, 4), l'orgoglio di 20, lo slancio di Goyard, la gratitudine di Alé, l'esplosività di Soldi Arrotolati, lo swag di Alyx e la freschezza di Fino all'alba. Dall'altro lato risuonava la malinconia di Acqua Passata, la rabbia di Forte e Chiaro, il dolore di Non Fare Così, lo sguardo della Moon indifferente, l'apnea di Sottovuoto e l'illusione della Polvere.
Foto di Capo Plaza durante il suo concerto a Roma
Luca, a metà del concerto, si è preso un momento per ringraziare un po' tutti i suoi fan con queste parole: "Perché c'è sempre un vetro, come se noi fossimo delle divinità, ma siamo delle persone come tutti voi ragazzi. E se Capo Plaza c'è, è grazie a tutti quanti voi, ogni singola persona. La forza per andare avanti me la date sempre voi, i miei periodi più brutti me li fate superare voi, quindi volevo solo dirvi grazie".
È stato meraviglioso sentire tanta vicinanza tra Capo e il tutto il pubblico in quel momento. Mettere a nudo le proprie fragilità non è facile, soprattutto in una società come quella di oggi in cui devi essere sempre super perfetto.

Ecco, Capo, però, è riuscito a sfondare la quarta parete e a ricordarci che le ferite, che siano vittorie o che siano sconfitte, sono presenti in tutti noi. Scoprirle non è una vergogna, è semplicemente umano.
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