Martedì 26 novembre siamo stati a Verona per la presentazione del libro "Avevamo capelli lunghi" di Francesca Cheyenne. Francesca è tante cose: una giornalista, una conduttrice, una scrittrice e anche una speaker radiofonica. Qualche volta siamo stati ospiti del programma "Suite 102" che conduce su RTL 102.5. Possiamo dire che Francesca ha visto nascere Radioimmaginaria: era con noi quando per la prima volta, nel lontano 2012, i nostri microfoni si sono accesi per la prima volta e da quel momento non si sono più spenti.
Quella di Francesca non è stata una presentazione come le altre: non ha sfogliato le pagine del suo romanzo o come si usa fare di solito letto qualche riga del libro. Ci ha raccontato, come scriverlo, l'abbia aiutata ad affrontare un momento difficile. "Avevamo capelli lunghi" ha infatti un significato importante per lei che ad un certo punto è stata costretta a tagliarseli: "I capelli lunghi per me sono una sorta di bandiera generazionale - ha detto - hanno a che fare con la giovinezza. Quando mi sono ritrovata a tagliarli, non ho sofferto come pensavo".
Quella di Francesca non è stata una presentazione come le altre: non ha sfogliato le pagine del suo romanzo o come si usa fare di solito letto qualche riga del libro. Ci ha raccontato, come scriverlo, l'abbia aiutata ad affrontare un momento difficile. "Avevamo capelli lunghi" ha infatti un significato importante per lei che ad un certo punto è stata costretta a tagliarseli: "I capelli lunghi per me sono una sorta di bandiera generazionale - ha detto - hanno a che fare con la giovinezza. Quando mi sono ritrovata a tagliarli, non ho sofferto come pensavo".
Nelle protagoniste del romanzo potremmo in un qualche modo ritrovarci: tre amiche del liceo si ritrovano dopo molto tempo, alla soglia dei 50 anni. "Grazie a questo libro ho rincontrato delle persone che non vedevo da trent'anni - ci ha raccontato - è stata una casualità, non ci siamo cercate".
Ora siamo abituati a vedere i nostri compagni di classe praticamente ogni giorno, a volte facciamo anche fatica a sopportarli ma chissà come saranno tra qualche anno quando ognuno avrà preso la propria strada e i momenti di vita passati insieme saranno un ricordo: "Ho sempre detestato svegliarmi presto alla mattina - ci ha detto - prendevo l'autobus 5 per andare a scuola. Condividevo il tragitto con Alessandra, un'amica inseparabile che mi ha accompagnato dalle medie fino all'università".
Ora siamo abituati a vedere i nostri compagni di classe praticamente ogni giorno, a volte facciamo anche fatica a sopportarli ma chissà come saranno tra qualche anno quando ognuno avrà preso la propria strada e i momenti di vita passati insieme saranno un ricordo: "Ho sempre detestato svegliarmi presto alla mattina - ci ha detto - prendevo l'autobus 5 per andare a scuola. Condividevo il tragitto con Alessandra, un'amica inseparabile che mi ha accompagnato dalle medie fino all'università".