
Immagina che un palco formi una croce. Immagina che tutti si stringano a essa come se si stessero abbracciando. Immagina tanti fiori al buio in una serra.
Immagina poi un cerchio luminoso, al centro del palcoscenico. Un anello elegante che ricalca l'abbraccio e sancisce l'inizio delle vibrazioni.
Immagina allora un'esplosione di luce totale: i led a bordo palco corrono vertiginosamente fino a incontrarsi nel mezzo, mentre tutte le altre luci prendono vita insieme al kick e al basso. Un delirio perfettamente sincronizzato e raffinato...
Immagina poi un cerchio luminoso, al centro del palcoscenico. Un anello elegante che ricalca l'abbraccio e sancisce l'inizio delle vibrazioni.
Immagina allora un'esplosione di luce totale: i led a bordo palco corrono vertiginosamente fino a incontrarsi nel mezzo, mentre tutte le altre luci prendono vita insieme al kick e al basso. Un delirio perfettamente sincronizzato e raffinato...
Ghali potrebbe essere raccontato così, un po' come il suo stesso palco: un artista con tanta luce, bianca soprattutto. Bianca perché racchiude in sé tutti gli altri colori dello spettro.
Ghali ha portato il rosso acceso della paprika.
Ha portato la luce arancio sabbia del suo lato tunisino in brani come "Vida", "Wallah", "Habibi" o "Liberté", spesso sottolineati da percussioni come bongos o tamburelli che rimandano immediatamente all'ambiente afro-orientale.
Ha portato il blu scuro delle lacrimucce e dei contesti difficili in cui è cresciuto.
Ha portato l'ocra in "Ora d'aria", uno dei propri brani impegnati in cui emerge una forte critica ad alcuni aspetti della politica e della società.
Ha portato l'azzurro del mare nel video che scorreva mentre cantava "Bayna": un visual riguardo la questione migranti. Bayna, infatti, è anche il nome della rescue boat operativa da marzo 2023, donata dall'artista a MEDITERRANEA.
Ha poi fuso il verde smeraldo con il blu del mare per cantare "Casa mia", brano presentato all'ultima edizione del Festival di Sanremo.
Ghali ha portato il rosso acceso della paprika.
Ha portato la luce arancio sabbia del suo lato tunisino in brani come "Vida", "Wallah", "Habibi" o "Liberté", spesso sottolineati da percussioni come bongos o tamburelli che rimandano immediatamente all'ambiente afro-orientale.
Ha portato il blu scuro delle lacrimucce e dei contesti difficili in cui è cresciuto.
Ha portato l'ocra in "Ora d'aria", uno dei propri brani impegnati in cui emerge una forte critica ad alcuni aspetti della politica e della società.
Ha portato l'azzurro del mare nel video che scorreva mentre cantava "Bayna": un visual riguardo la questione migranti. Bayna, infatti, è anche il nome della rescue boat operativa da marzo 2023, donata dall'artista a MEDITERRANEA.
Ha poi fuso il verde smeraldo con il blu del mare per cantare "Casa mia", brano presentato all'ultima edizione del Festival di Sanremo.

C'è stato, però, anche un momento di buio. Un intermezzo in cui risuonava la voce di Ghali che seguiva un testo bianco, scritto in stampatello, sopra l'anello luminoso, ora spento. Recitava: "La terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, perlomeno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte". E ancora: "Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente dell'uno e dell'altro e di preservare e proteggere quel pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto".
Infine, Ghali ha concluso il concerto portando la luce bianca, bianco candido, per cantare la sua "Niente panico". Un inno che abbraccia tutti coloro che stanno vivendo un brutto momento, come la luce bianca stringe a sé tutti i colori.
Infine, Ghali ha concluso il concerto portando la luce bianca, bianco candido, per cantare la sua "Niente panico". Un inno che abbraccia tutti coloro che stanno vivendo un brutto momento, come la luce bianca stringe a sé tutti i colori.