Non rinunciate mai ai vostri sogni...

Grazie Renato, non ti dimenticheremo mai!
Pubblicato da Le ragazze e i ragazzi di Radioimmaginaria il 03/05/2024 in Detective
Copertina dell'articolo
Ogni settimana sul Corriere dello Sport scriviamo di sport. Ci è stato detto: scrivete dello sport e di come voi ragazzi lo vedete. Ma che cos'è in realtà secondo noi lo sport? È giocare, divertirsi ed è soprattutto avventura. Quasi tutti i miei compagni di classe, fin dalle elementari, hanno sognato di fare i calciatori. Sognato... Ecco lo sport per noi deve anche essere sogno, magia. Lo sport deve essere "immaginario". Un adolescente deve attraversare i muri della propria cameretta o della palestra e fantasticare, come se qualunque impresa al mondo fosse realizzabile. Anche quella di giocare un giorno nell'Inter, nella Roma o nel Bologna!
Per noi che siamo poco più che bambini scrivere su un giornale del genere è un enorme privilegio e l'avventura, le conquiste e i sogni sono ingredienti fondamentali per diventare grandi. Qualche giorno fa, in uno dei nostri articoli, parlavamo di eroi, di quanto sia importante ispirarsi ad una mentalità eroica. Senza fermarsi davanti ai muri e alle difficoltà, ma scavalcando qualunque ostacolo prima di tutto con i pensieri.
Aperado in Olanda
Tanta di questa mentalità ce l'ha regalata Renato Borghi. È un meccanico, veramente bravo, ma soprattutto molto appassionato del proprio lavoro. Lo abbiamo conosciuto nel 2019, mentre preparavamo il nostro viaggio da Castel Guelfo di Bologna a Stoccolma per andare a trovare Greta Thunberg. Ci volevamo andare con un vecchio Ape Piaggio del 1970 che avevamo trasformato in una redazione radiofonica viaggiante. C'era bisogno di mettere in condizioni quel vecchio e leggendario tre ruote, di poter almeno sognare un probabile arrivo, e Renato decise di mettersi a nostra disposizione: "ho fatto e aggiusto furgoni, per tutta la vita..." ci disse (lui gli Ape li chiama furgoni...) "Non voglio niente, vi aiuto perché avete una grande idea, e dovete riuscire a fare questo viaggio".
Così abbiamo cominciato a passare intere giornate a casa di Renato che ci spiegava bene come funzionava quel motore e altri importanti accorgimenti. Diceva che ai ragazzi come noi, non frega più niente della meccanica, dei motori... E aveva ragione perché davvero siamo abituati a farci portare ovunque dagli autisti che sono poi i nostri genitori. Renato però, ormai in pensione, sapeva come far vedere ad un ragazzo di 15/16 anni la bellezza del suo lavoro. Ci raccontava storie, aneddoti, favole, e ogni tanto diventava serio perché ci concentrassimo anche noi su qualche particolare fondamentale del nostro Ape...
Foto del meccanico di Radioimmaginaria Renato Borghi
Dopo mesi di avanti e indietro dalla sua officina, arrivò il giorno della partenza. Renato non si presentò all'alba quando il nostro viaggio ebbe inizio e ci scrisse che non ci voleva un meccanico in quel momento, perché avrebbe portato sfiga. C'erano 5000km da fare e tutto funzionava alla perfezione. Viaggiando costantemente ai 40km all'ora, attraversando buona parte d'Europa su quel mezzo leggendario, stavamo dando seriamente vita ai nostri sogni.
Renato ci aveva detto: "Parlategli all'Ape mentre andate, perché questi sono mezzi che hanno vissuto e fatto la storia dell'Italia e vi capirà diventando sempre di più uno di voi, pronto a condividere con voi l'avventura che state vivendo". Così gli davamo il buongiorno ogni mattina, mettendolo in moto, scaldandolo a dovere prima di partire e spiegandogli nel dettaglio, tappa per tappa, l'itinerario quotidiano. Arrivati in Olanda, a metà del viaggio, l'Ape si fermò e non ci fu più modo di proseguire. Per una cavolata, un cuscinetto della ruota posteriore, il viaggio era improvvisamente finito. Lì non c'erano meccanici o pezzi di ricambio che potessero aiutarci. Così, in preda alla disperazione, abbiamo scritto subito a Renato. Raccontandogli in modo confuso quello che potevamo, per spiegare l'accaduto.
Aperadio rotta
Dopo dieci minuti ci chiamò al telefono dicendo di andarlo a prendere alla sera all'aeroporto di Amsterdam. Era il 15 Agosto 2019 e non potevamo credere che qualcuno nonostante il ferragosto, decidesse di partire per venire in nostro aiuto. All'una di notte all'aeroporto di Amsterdam-Schiphol si aprirono le porte scorrevoli e vedemmo spuntare Renato con una felpa di Paperino e un trolley al seguito. Lavorò tutta la notte smartellando come un forsennato e aggiustò la ruota permettendoci di proseguire il nostro viaggio. Renato dopo una birra, ritornò all'alba in Italia, lasciando in noi che eravamo ammirati mentre lo guardavamo lavorare, una sensazione di amore, di vita e di felicità che non si cancellerà mai.
Renato al lavoro
Renato qualche giorno fa ci ha lasciati e per tutti noi è stato un enorme dispiacere. Ma quello che invece non ci lascerà mai, di quella persona così gentile e disponibile, è una dimostrazione che forse ancora non ci era stata così chiara: essere forti, essere determinati e raggiungere i propri sogni, dipende anche dalla fortuna di incontrare chi è disposto a mettere a disposizione tutto il proprio sapere, la propria energia, pur di partecipare alla realizzazione di un sogno.
Un incontro come quello con Renato non è diverso da quello che tanti ragazzi come noi, possono avere negli spogliatoi della propria squadra, nei campi durante gli allenamenti o sulle panchine durante i momenti più difficili. Essere capaci con le parole e coi fatti, di trasmettere il coraggio e la passione qualunque siano le forze contrarie che è normale si incontrino e che bisogna superare, è un dono, e come è successo a noi, va restituito.
Grazie Renato. Con le tue mani forti e sporche di grasso, i tuoi sorrisi, sei stato il più forte dei nostri Eroi.
Buon Viaggio da tutte le ragazze e i ragazzi di Radioimmaginaria.
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