Correre è libertà. Ve l'abbiamo già detto un miliardo di volte e non ci stancheremo mai di farlo perché sentirsi liberi è la cosa più bella del mondo e domenica 14 aprile, alla Rimini Marathon, ci siamo resi conto per la prima volta che correre ti fa sentire anche meno solo. A insegnarcelo sono stati i ragazzi di "Corro con Te", un gruppo di "spingitori" che si è posto come obiettivo quello di dare la possibilità a tutti i ragazzi con disabilità di sentire il vento sulla faccia e di provare le sensazioni che solo la corsa ti riesce a dare, anche stando seduti su una carrozzina a rotelle. A loro però essere definiti spingitori non piace e a spiegarci perché è stato Marco Lunadei, il fondatore del gruppo: c'è chi è spinto e chi spinge. Chi viene spinto sta seduto sulla carrozzina, chi spinge invece va di corsa ma entrambi corrono insieme, dalla partenza fino all'arrivo. Al centro di tutto ci sono i ragazzi delle scuole e dei licei di Rimini: "parlando con i ragazzi mi sono reso conto che nessuno di loro sapeva cosa facessero al pomeriggio i loro compagni di classe con disabilità - ci ha detto Marco - così abbiamo pensato che potesse essere utile farli correre insieme, per aiutarli a capire in cosa possono aiutarsi a vicenda".
Quando un ragazzo in carrozzina esce da scuola spesso finisce per isolarsi e stare chiuso in casa fino al giorno dopo, per questo allenarsi insieme è così importante! Se da adolescente scegli di fare uno sport lo fai soprattutto per i tuoi amici. Uscire di casa con un borsone a tracolla e andare a calpestare un campo da calcio non è solo un gioco ma anche un modo per condividere del tempo con loro, sentirsi parte di qualcosa più grande di te. In certi casi i tuoi compagni di squadra sono i tuoi migliori amici e uscire per andare a giocare è bellissimo, in altri casi invece possono essere proprio loro a farti odiare per tutta la vita lo sport. Quando decidi di spingere un tuo amico in carrozzina però è tutto diverso. Siete in due ma è come se foste un corridore solo, nessuno arriverà mai al traguardo senza l'altro.
Anche le carrozzine sono speciali. A nessun ciclista verrebbe mai in mente di correre il Giro d'Italia con una Graziella e nessun motociclista correrebbe in MotoGP con un motorino scassato. Per questo i ragazzi di "Corro con Te" hanno creato delle carrozzine da corsa fighissime. Partendo da normali carrozzine a rotelle, le hanno customizzate trasformando l'assetto con sedili da rally, cinture di sicurezza e ruote leggere. Sono mezzi incredibili che sfrecciano sull'asfalto e prendono quasi il volo, bisogna solo stare attenti ai dossi e alle buche sulla strada perché sulla carrozzina si sentono... Ce l'ha detto Luca Brancaccio che ha 16 anni e va all'ISISS Einaudi Molari di Sant'Arcangelo di Romagna. Domenica mattina, alla Rimini Marathon 2024, ha corso le sue prime 10 miglia spinto dal suo compagno Luca Venturelli e dal suo prof. di educazione fisica Luca Bartoletti che in queste settimane è stato anche il loro allenatore. "Correre è stata una figata, non avevo mai provato questa sensazione e non vedo l'ora di rifarlo - ci ha raccontato - quando parti ti senti di volare e spero di non smettere mai di fare sport".
Vederli correre insieme è stato bello, entrambi ci hanno raccontato di essere "cresciuti dentro". Fare lo spingitore è una responsabilità ma anche stare sulla carrozzina e farsi spingere lo è. Purtroppo non tutte le maratone accettano gli spingitori e i ragazzi di "Corro con Te" stanno cercando di diffondere questa mentalità in tutto il mondo. Grazie ad un progetto Erasmus sono riusciti a creare una community di spingitori con associazioni di altri Paesi Europei, per dare la possibilità ai ragazzi di viaggiare e di conoscere nuove persone, correndo a bordo della loro carrozzina. L'obiettivo è continuare a distruggere ogni stereotipo correndo. Agli spingitori non piace la parola "inclusione". Non si corre per "includere" qualcuno ma per stare insieme, vivere la stessa passione, superando ogni barriera, anche le stesse ruote. La categoria "spingitori" alle Paralimpiadi non esiste ancora. È arrivato il momento di fare la storia!