Le api sono le superstar della biodiversità

Abbiamo intervistato Niccolò Calandri, founder di 3Bee
Pubblicato da Marco R il 01/12/2023 in Eco
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Qualche giorno fa abbiamo parlato con Niccolò Calandri che nel 2017, insieme a Riccardo Balzaretti, ha fondato 3Bee e ha deciso di darsi da fare ogni giorno per la tutela della biodiversità.

Al centro di tutto ci sono le api che nell'ultimo periodo sono passate da essere insetti semi-sconosciuti a diventare delle superstar. Oggi 3Bee, attraverso tecnologie di ultimissima generazione, monitora il più grande corridoio ecologico d'Europa e tiene sotto controllo più di 2 miliardi di api.

"Quando io e Riccardo abbiamo deciso di fondare 3Bee facevamo tutt'altro. Io ero un ingegnere elettronico, lui un biologo con la passione per l'apicoltura, ed è stato guardando i suoi alveari che abbiamo capito di dovere fare qualcosa di concreto - ci ha detto Niccolò - in quel periodo le sue api stavano morendo e analizzando meglio la situazione abbiamo capito che il problema era la mancanza di biodiversità".
Foto di Niccolò Calandri, founder di 3Bee

Si possono "salvare" le api?

In sostanza sul nostro Pianeta ci sono sempre meno fiori, e senza fiori anche tutti gli insetti impollinatori sono destinati a morire. In Italia esistono più di 20.000 specie di insetti impollinatori e senza l'impollinazione delle piante, la catena alimentare si interromperebbe.

L'obiettivo di 3Bee quindi non è "salvare le api" ma creare una rete di persone che si possano mettere concretamente in gioco per la tutela di questi piccoli insetti. In questo anche lo sport può essere fondamentale.

"Dai nostri dati sappiamo che nel mondo manca la biodiversità ma non sappiamo in quali luoghi sia più urgente intervenire - ci ha spiegato Niccolò - se ci fosse un gruppo di sportivi disposto ad aiutarci a raccogliere dati durante la loro attività riusciremmo a censire meglio la biodiversità e a capire dove dobbiamo agire". In realtà 3Bee sta lavorando per riuscire ad unire sport e biodiversità, trasformando runner, ciclisti e trekker in protagonisti del cambiamento e non vediamo l'ora di raccontarvi tutti i progetti futuri.
Ape su un fiore

Le Oasi della Biodiversità

Ad un certo punto, durante l'intervista, ho chiesto a Niccolò di provare a descrivere come sarebbe un mondo senza api. Dalle premesse mi aspettavo uno scenario apocalittico di quelli che si vedono nei film. Nebbia, cielo rosso, edifici distrutti, voragini enormi... Invece ha letteralmente descritto quello che vedo quando esco da casa ogni mattina. "Un mondo senza api esiste già e si chiama Pianura Padana - ha detto - se non vogliamo rischiare di trasformare il Pianeta in una gigantesca Pianura Padana dobbiamo coltivare biodiversità".

Per questo i ragazzi di 3Bee hanno iniziato ad installare nei luoghi più critici d'Italia e d'Europa delle "Oasi della Biodiversità": aree naturali resilienti al cambiamento climatico, composte da alberi e da alveari progettati apposta per monitorare la crescita della biodiversità.
Locandina del progetto di 3Bee Voci dalle Oasi

Voci dalle Oasi

Con il passare del tempo le Oasi sono diventate la parte più importante di 3Bee e registrando all'interno delle Oasi i suoni degli insetti, è nata "Voci dalle Oasi", la prima playlist di insetti impollinatori che suona per proteggere la biodiversità. Il disco di pappa reale al posto del disco di platino non esiste ancora ma l'idea è geniale.

Ogni ape ha il suo singolo e l'obiettivo è sensibilizzare quante più persone possibili al rispetto dell'ambiente. La parte più bella però è che le Oasi si possono adottare e per Natale, 3Bee ha lanciato la campagna "Adotta un'Oasi", per dare la possibilità a chiunque voglia di prendersi cura per un anno di un alveare a distanza. Se volete saperne di più trovate tutte le informazioni su 3bee.com

"Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti e stiamo iniziando a rendercene conto anche nelle Oasi - ha detto Niccolò - Dobbiamo investire sulla biodiversità, impegnandoci per creare ecosistemi capaci di sopravvivere al cambiamento climatico. Non serve mettere quattro piantine sul balcone, ma piuttosto serve un piano di biodiversità mirato. Solo così riusciremo a resistere ai cambiamenti che vivremo sicuramente nei prossimi anni."
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