Song of the Bandits, è l'ultimo prodotto Netflix in cui mi sono imbattuta e ragazzi è proprio una serie super avvincente. La serie è composta da nove episodi, in grado di far fare un viaggio indietro nel tempo nella Corea degli anni 20. Normalmente io non sono una grande appassionata di drammi storici, specialmente di western.
Ma questo è stato davvero bello, dove tutte le sequenze d'azione, le sparatorie, le lotte con i coltelli, le frecce che fendono il cielo erano curate nei minimi dettagli. Tuttavia appunto per la quantità di scene particolarmente violente e realistiche devo sconsigliare la visione di Song of the Bandits a chi è facilmente impressionabile.
Ma questo è stato davvero bello, dove tutte le sequenze d'azione, le sparatorie, le lotte con i coltelli, le frecce che fendono il cielo erano curate nei minimi dettagli. Tuttavia appunto per la quantità di scene particolarmente violente e realistiche devo sconsigliare la visione di Song of the Bandits a chi è facilmente impressionabile.
La trama segue un gruppo di banditi "buoni", capitanati da Lee Yoon, che combattono per proteggere il loro territorio durante gli anni dell'occupazione giapponese. Tuttavia la serie fa spazio anche per interessanti sottotrame; la mia preferita è quella di Eon Nyeon, una ragazza davvero forte che ha perso la sua famiglia nella guerra ma che rimane fedele a se stessa e combatte per ciò in cui crede.
Tuttavia nonostante i combattimenti folli, al limite del realistico, e una buona dose di carismatico patriottismo coreano (che possono piacere o no a seconda dei gusti); il (k)western si caratterizza anche per le inconfondibili colonne sonore che aiutano a comprendere cosa provano i personaggi.
In conclusione nonostante la brevità di Song of the Bandits (voglio subito una seconda stagione!) vi consiglio totalmente di darci un occhiata perché i registi sono riusciti ad unire alla perfezione il mondo del k-drama con quello del western.