Yvette Tetteh nuota da quando aveva 4 anni e ha deciso di sfruttare la sua passione per lanciare un messaggio importante. In Ghana, il suo Paese, arrivano ogni anno 15 milioni di vestiti provenienti da tutto il mondo; il 40% di questi diventano rifiuti perché non sono riciclabili e inquinano le acque della laguna di Korle, rilasciando microplastiche. Yvette quindi è partita a nuoto nel fiume Volta e ha percorso 450 km, nuotando 5 ore al giorno per 40 giorni. Nel suo viaggio è stata accompagnata da un catamarano con a bordo un laboratorio per analizzare le acque del fiume e dai dati raccolti si è scoperto che anche le acque in cui ha nuotato Yvette erano piene di microplastiche.
Spesso ci sentiamo dire che lo sport deve rimanere un ambiente neutrale a queste battaglie e tendenzialmente sarei d'accordo. Quando guardo una partita del mio sport preferito spesso lo faccio per staccare la testa da quello che mi succede intorno. Però se in gioco c'è la salute del nostro Pianeta, non possiamo fare finta che gli atleti siano delle entità estranee al nostro mondo. Gesti come quello di Yvette ci dimostrano che anche nel mondo dello sport si sta attenti a queste cose. Anche perché, come abbiamo detto altre volte, se andiamo avanti di questo passo non ci sarà più nessuno sport da seguire e se già la possibilità che d'estate si tocchino picchi di caldo inimmaginabili sta smuovendo molte persone a fare qualcosa per l'ambiente, pensate quante persone si potrebbero muovere se a rischio ci fossero le partite di calcio, di tennis o di basket! Non bisogna per forza nuotare per 450km. Basta limitare il fast fashion, inquinare meno... Salvare il Pianeta è nostro dovere, scegliete voi come farlo.