Come stanno gli adolescenti alluvionati

La Romagna ha bisogno del nostro aiuto!
Pubblicato da Marco, Sassa e Matil il 26/05/2023 in Detective
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La redazione nazionale di Radioimmaginaria dista esattamente 1 km dal confine tra Emilia e Romagna. A Castel Guelfo di Bologna, quel confine coincide con il fiume Sillaro: un ruscello rinsecchito che negli anni è diventato per me "il luogo delle discussioni importanti". Il mio migliore amico vive lì vicino e quando abbiamo qualcosa di importante da dirci, basta attraversare lo stradello di ghiaia che separa la provinciale dall'argine per venire catapultati nel luogo più sicuro del Pianeta. Ci sediamo sul prato e iniziamo a parlare, come se gli alberi e i canneti che circondano il fiume sapessero mantenere meglio di chiunque altro i tuoi inconfessabili segreti. L'altro giorno il Sillaro è esondato e l'acqua ha ricoperto tutto. Le case, gli alberi, i canneti, le impronte della gente che ci va a correre la domenica mattina... In un certo senso ha ricoperto anche i nostri segreti e ora sono lì che galleggiano verso chissà dove, un po' sporchi di fango.
Tre ragazzi spalano il fango a Forlì dopo l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna
Radioimmaginaria è nata qui. Nell'estate del 2020, durante la pandemia, abbiamo deciso di attraversare l'Emilia - Romagna con la nostra ApeRadio. "OltrApe" è un viaggio che facciamo ogni estate a bordo di un'Ape Piaggio del 1970 che abbiamo convertito a biometano e trasformato in una redazione viaggiante. In quei mesi non ci potevamo allontanare troppo da casa, così eravamo rimasti in regione, convinti che per trovare storie belle bastasse semplicemente guardarsi intorno: andare vicino per andare lontano. Faenza, Cesena, Sarsina, Santa Sofia. Siamo stati ovunque. In un'estate abbiamo incontrato più di 1000 adolescenti... Volevamo fargli sentire che non erano soli e che sapevamo benissimo quello che stavano vivendo. Quando abbiamo visto le immagini della Romagna allagata abbiamo subito chiamato Matil, una nostra speaker di Forlì, e ci siamo dati appuntamento nelle zone più colpite...
Tre ragazze dopo avere spalato il fango a Forlì dopo l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna
Appena sono arrivata a Forlì mi sono resa conto che era tutto vero. Da Instagram non lo capisci subito... Siamo così tanto abituati a vedere cose assurde sui social che anche le foto dell'alluvione sembravano immagini prodotte da ChatGPT o da un'intelligenza artificiale qualunque. Durante i giorni dell'alluvione non ero a casa ma quando sono tornata mi sono subito fiondata in Romagna. Volevo essere utile, spalare qualche secchio di fango e cercare di dare voce agli adolescenti di queste zone, esattamente come avevamo fatto durante OltrApe 2020... Mentre camminavo per la strada, cercando di trascinare con fatica gli stivali nel fango, ho iniziato a fare ai ragazzi che incontravo la stessa domanda:

"Se pensi al futuro cosa ti viene in mente?"

"Che non vorrò mai vivere al piano terra. Nella mia testa mi ero già immaginata la casa dei miei sogni ma questa alluvione ha spazzato via ogni mia certezza"
"Che non so come faranno a riaprire le scuole, la mia fermata dell'autobus è ancora sommersa dal fango e finché saremo circondati da tutto questo anche studiare sarà difficile"
"Che non so quanto tempo ci metteremo a ripulire tutto"
"Che non vedo l'ora di tornare a scuola... Vorrebbe dire tornare alla normalità"
Immagine delle strade di Forlì dopo l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna
L'Emilia - Romagna è una terra di derby. Ce ne sono moltissimi, uno per ogni paesino, tanto che anche il nome della regione potrebbe essere letto come una partita di calcio. "Emilia - Romagna", con quel trattino in mezzo che ci divide e ci unisce così tanto. L'alluvione però ha fatto provare a tutti le stesse emozioni. Quando ti trovi un mare in giardino ti rendi conto che l'uomo, di fronte alla forza della natura, non può nulla. Questo weekend, leggere sugli spalti degli stadi e dei palazzetti di tutta Italia striscioni dedicati alla mia regione mi ha fatto emozionare. Ho sentito un brivido lungo la schiena e mi sono sentita parte di una cosa molto più grande di quella che avrei immaginato. Ora le strade hanno tutte le stesso colore. Non saprei bene come descriverlo... È il fango, troppo chiaro per essere marrone, troppo scuro per essere grigio. A farmi continuare a sperare sono migliaia di ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia che da una settimana spalano con il sorriso.
Immagine delle strade di Forlì dopo l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna
In Romagna adesso l'appuntamento per tutti i ragazzi della mia età non è più giocare alla Play o andare al parchetto ma scendere in strada a spalare il fango. Ci dividiamo in squadre rispetto alle zone in cui viviamo e per tutto il giorno non facciamo altro, poi la sera torniamo a casa e siamo più felici. Non so ancora cosa ci resterà tra qualche anno di questa alluvione. Se ci penso adesso mi sembra di essere tornata indietro di tre anni, di rivivere il lockdown, di non avere più certezze...

L'altro giorno però ho visto un video bellissimo. A Cesena, più o meno a 20 km da casa mia, un gruppo di ragazzi ha iniziato a giocare a calcio su un campetto improvvisato, con le porte formate da due badili piantati nella fanghiglia.

Guardando quel video ho capito che ce la faremo, un'altra volta.
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