Da Castel Guelfo a Firenze in bici

Abbiamo seguito Dario e Oliver negli ultimi 100 km del viaggio
Pubblicato da Marco R il 06/04/2023 in Detective
Copertina dell'articolo
Dario e Oliver sono due ragazzi di 19 anni che il 10 ottobre sono partiti da Piazzale Michelangelo a Firenze per arrivare a Città del Capo in bicicletta! 18.000 chilometri in giro per 2 continenti e 25 Paesi, con un dislivello totale di 130.000 metri. Dopo avere attraversato Italia, Francia, Spagna, Marocco, Western Sahara, Mauritania e Senegal. Arrivati in Guinea, si sono resi conto di non potere più andare avanti per colpa della guerra e delle frontiere chiuse. Nella notte di lunedì 27 marzo, sono saliti a bordo di un volo Air France e dopo aver impacchettato le loro biciclette con enormi difficoltà, sono atterrati a Parigi. Da lì hanno preso un treno in direzione Milano e venerdì 31 marzo si sono rimessi in sella per tornare a Firenze. Sabato 1 aprile sono arrivati a Castel Guelfo di Bologna. Domenica 2 aprile siamo partiti con loro per accompagnarli negli ultimi 100 km del viaggio, fino a Firenze, dove tutto è iniziato...
Immagine decorativa
L'Africa è un altro mondo. O meglio, "l'è n'altro mondo". I Bike Bro lo ripetono in continuazione. In questi mesi è diventato il loro mantra e noi l'abbiamo trasformato in un meme. Quando torni da un viaggio tutti ti chiedono com'è andata e loro hanno trovato la risposta perfetta. Puoi ripeterla all'infinito senza stancarti mai. Andare da Firenze a Città del Capo è come andare a Palermo per 7 volte, andata e ritorno. E loro hanno deciso di farlo con due bici da 30€, senza sponsor, senza soldi, diventando i primi Under 20 nella storia a provare un'impresa del genere. Arrivati in Guinea però sono stati costretti a fermare le biciclette e a tornare indietro.
Immagine decorativa
Appena l'abbiamo saputo abbiamo fatto di tutto per riuscire a pedalare gli ultimi km con loro, anche perché non li avevamo mai visti di persona, solo su Zoom, Instagram e FaceTime. Per andare a Firenze partendo da Milano, da Bologna devi per forza passarci, così sabato 1 aprile 2023 li abbiamo ospitati nella sede nazionale di Radioimmaginaria. Appena li abbiamo incontrati sembrava che ci conoscessimo da anni. Gli abbiamo stretto la mano sporca di sabbia e nera di catena, il cuore batteva forte, sorridevamo, tutti. La mattina dopo siamo partiti. Da Castel Guelfo a Firenze, passando Imola, Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Castel Del Rio, poi in Toscana, da Morraduccio a Fiesole, attraversando il passo del Giogo. 135 km in bicicletta, in giro per le strade che i ciclisti più forti del Pianeta hanno attraversato durante il mondiale del 2020 a Imola e del 2013 a Firenze. Io li ho accompagnati sulla mia bici da corsa. Non potevo perdermi per nessuna ragione un'occasione del genere!
Immagine decorativa
Qui Sassa, dall'Ammiraglia Ri-Mulfo di Radioimmaginaria. Siamo partiti alle 8:30 di mattina da Castel Guelfo di Bologna e siamo arrivati a Firenze a Piazzale Michelangelo, alle 19:30 di sera. Nei giorni che hanno preceduto questo viaggio mi sono chiesta più volte se Marco ce l'avrebbe fatta. È uno dei più grandi appassionati di ciclismo che conosca ma non è sicuramente allenato tanto quanto Dario e Oliver. Così ho deciso di seguirli a bordo di un'ammiraglia speciale: la "Ri-muflo", una vecchia R4TL del 1983 che accompagna gli speaker di Radioimmaginaria durante ogni trasferta.
Immagine decorativa
Come copilota avevo al mio fianco Alice Franchi (o come dice lei "Alisce", sorella di Dario e attivista per il clima). Alice, parlando della sua città mi ha raccontato una cosa che mi ha fatto molto riflettere: "Nell'istituto comprensivo di Buggiano, in provincia di Pistoia, dove abitiamo io e Dario, è stato fatto un sondaggio sulla mobilità degli studenti: nessuno dei ragazzi usa la bicicletta per andare a scuola ed è incredibile visto che molti vivono a pochi km da scuola!". Questo mi ha fatto riflettere, soprattuto perché quando racconti a un ragazzino la storia di Dario e Oliver lui inizia ad ascoltare incantato, a bocca aperta. La domenica le strade sono piene di amatori con i capelli bianchi che scalano le montagne a bordo della loro bici, ma se è vero che le bici salveranno il mondo è dai ragazzi che dobbiamo partire!
Immagine decorativa
Anche se a Città del Capo non sono ancora riusciti ad arrivare, per noi restano comunque degli eroi, gli ultimi coraggiosi esploratori di un mondo che potrebbe scomparire. Fin da quando li abbiamo conosciuti abbiamo pensato che diventeranno presto un simbolo della nostra generazione, tipo Bebe Vio o Jannik Sinner e ora ne siamo ancora più convinti perché questo stile di viaggio sarà il futuro: girare il mondo così, a bordo di una bicicletta da 30 euro, di una vecchia Renalut 4, di un'Ape a biometano o di un pedalò, senza fretta e senza paura di cambiare strada.
Immagine decorativa
All'arrivo li aspettavano tutti, Alisce aveva organizzato addirittura un "comitato d'accoglienza". C'erano i genitori ed altri amici viaggiatori. C'era anche Federico, un ragazzo apicoltore di Formigine che li ha seguiti per tutto il viaggio grazie al podcast Bike Bro. Fin dal primo episodio del podcast, tutti gli ospiti che abbiamo intervistato, ci hanno detto che quello di Dario e Oliver è stato un viaggio alla ricerca della libertà. Noi non abbiamo mai capito cosa volesse dire, cioè a 18 o 19 anni, di che tipo di libertà puoi avere bisogno? Loro a questa domanda non hanno risposto, ma hanno promesso di dircelo tra un po'. Allora gliene abbiamo fatto un'altra: "Oh ma alla fine l'avete trovata sta libertà?" "Si!" "E dove cavolo era nascosta" "Non lo sappiamo di preciso. L'ignoto, è questa la nostra libertà, ma non bisogna per forza andare in Africa in bici per trovarla. Che poi alla fine la libertà non è nascosta da nessuna parte, è sempre vicino a te, anzi è dentro di te! Sentirsi liberi, quella è l'unica cosa che conta".
appennino
appenninotoscoemiliano
bici
bicicletta
bikebro
bologna
castelguelfodibologna
firenze
viaggio