
Entro qualche anno, se non qualche mese, potremmo potenzialmente assistere ai primi campionati di esport per non vedenti. Tutto questo sarà possibile grazie ad una start up italiana, guidata da Arianna Ortelli, che ha sviluppato un'app in grado di trasportare i giocatori non vedenti nell'ambiente di gioco. Come fanno? Grazie a "Camilla", una sorta di cane guida che, attraverso vari suoni, permette di capire se intorno ci sono ostacoli od occasioni da sfruttare, proprio come succede nella vita di tutti i giorni. I primi esperimenti sono stati fatti con un gioco che simula una partita di ping-pong.

Come funziona?
Il giocatore capiva come l'avversario colpiva la pallina grazie al suono emesso dalla racchetta e in base a questo decideva come rispondere. Da lì, le possibilità sono diventate praticamente infinite, e sono passati da giochi più semplici come Supermario a videogame più complessi come Fifa. Per adesso l'obiettivo è quello di creare un linguaggio comprensibile da tutti, composto da suoni che, se interpretati, possano sostituire la grafica, ma sarebbe bello prima o poi riuscire a realizzare vere e proprie piattaforme di gioco con postazioni in grado di semplificare la vita dei giocatori e di garantire un'esperienza di gioco perfetta.

I videogame saranno sempre più inclusivi
Camilla è una tecnologia rivoluzionaria perché unisce perfettamente due realtà che negli ultimi anni stanno diventando sempre più importanti: gli esport e gli sport paralimpici. Insomma, noi speriamo che questa opportunità venga sfruttata a dovere e sviluppata il prima possibile, perché non si tratta di una semplice idea ma di uno strumento capace di migliorare la vita di moltissime persone. Grazie a questi strumenti un sacco di ragazzi con disabilità potranno finalmente giocare ad un videogioco, cosa che, evidentemente, non è così scontata come si pensa.