Maksym Kryshtafor ha otto anni e potrebbe diventare tra pochissimo tempo il gran maestro di scacchi più giovane della storia. Appena l'ho visto in foto mi è stato simpatico fin da subito: capelli lunghi biondissimi tenuti dritti con un po' di gel, giubbotto azzurro fluo, pantaloni gialli e blu... Se non fosse per la scacchiera portatile che tiene stretta tra le mani qualcuno potrebbe pensare di avere davanti un campione di Yu-Gi-Oh o un personaggio appena uscito dalla pagina di un manga, invece con le sue strategie riesce già ora a battere i giocatori di scacchi più forti del mondo.
Lo ha fatto capire a tutti quando pochi mesi fa ha vinto in Inghilterra il Durham Chess Congress, il torneo che per ora gli ha letteralmente svoltato la vita, anche perché Maksym è ucraino e da quando è stato costretto ad abbandonare Odessa ha iniziato a girare il mondo insieme a sua mamma, prima in Romania, poi in Gran Bretagna. Il fatto che sia profugo però cambia tutto e rende questa storia importantissima, non tanto perché è un bambino che a otto anni ha già visto la guerra ma perché con i suoi scacchi è diventato un simbolo.
La sua storia rappresenta quella di tutte le ragazze e i ragazzi che per colpa della guerra hanno visto sgretolarsi ogni speranza e che, per cercare di difendere il loro sogno, hanno preferito addirittura morire. Da Zaki Anwari, il calciatore afghano di 19 anni che, con la speranza di scappare dallo Stato Talebano, è morto ad agosto 2021 cadendo dal carrello di un aereo, alle ragazze di cui non si sa nulla che negli stessi giorni sono state viste all'aeroporto di Kabul abbracciate alle loro coppe. Alla fine le vittorie di Maksym rappresentano uno spiraglio di speranza per tutti gli adolescenti che, in mezzo a mille difficoltà, non hanno mai smesso di immaginare il futuro molto più bello del presente, per questo dovremmo tutti tifare per lui.