Secondo me io e Davide ci siamo visti qualche volta. Almeno io credo di averlo incontrato, cioè sarebbe strano se non fosse successo perché, anche se lui non lo sa, è una delle persone con cui da qualche anno condivido ogni domenica della mia vita. A Bologna per la precisione, io da una parte lui dall'altra della curva Bulgarelli. Oppure in trasferta, forse l'ho incontrato lì, in un settore ospiti da qualche parte in giro per l'Italia. Alla fine le facce allo stadio sono sempre quelle e dopo un po' le riconosci anche se non ci hai mai parlato. E vi dirò di più, forse ci siamo addirittura abbracciati un giorno io e Davide, perché quando sei allo stadio e la tua squadra segna, capita spesso di ritrovarsi abbracciati ad alcuni sconosciuti e se per qualche strano motivo ti sei innamorato come noi di una squadra che non segna tanti gol, quei pochi momenti di gioia vanno vissuti fino in fondo.
Davide ha 20 anni come me, tifa Bologna come me e una decina di giorni fa è stato aggredito da un ragazzo poco più grande di noi mentre era a Crotone, per colpa di uno sguardo di troppo ad una ragazza. Ora è in terapia intensiva e da più di una settimana lotta tra la vita e la morte. Quella sera nessuno l'ha aiutato ed è rimasto a terra nell'indifferenza generale, come se la soluzione fosse farsi gli affari propri e restare in silenzio. E anche se io, se noi, tifiamo Bologna e tra pali e sconfitte all'ultimo secondo alle batoste dovremmo esserci abituati, stavolta proprio non mi va giù, perché quando sono in curva e vedo il suo nome sugli striscioni, per un attimo mi sembra di leggere il mio.
Ora ho la testa piena di domande. Perché quando succedono queste cose nessuno agisce? E soprattutto, se succedesse a me o ad un mio amico, io avrei il coraggio di buttarmi in mezzo? E qualcuno si butterebbe in mezzo per salvare me? A questo punto non so più cosa pensare, tutto questo però mi spaventa moltissimo...