Intervista con Nansedalia Ramirez e Michelin Sallata

Intervista con Nansedalia Ramirez e Michelin Sallata - il punto di vista delle comunità indigene
Pubblicato da Ludovica Luvi F. il 26/07/2022 in Eco
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Ciao bellissimi, oggi Radioimmaginaria è Torino per raccontarvi del Climate Social Camp! È passata la prima giornata e vogliamo raccontarvi un po' quello che è successo. Ieri mattina siamo arrivati, abbiamo montato la nostra tenda e la prima cosa a cui abbiamo assistito è stata la conferenza stampa di presentazione.

A questa conferenza hanno partecipato anche Nansedalia Ramirez e Michelin Sallata, due attiviste che sono venute dal Messico e dall'Indonesia per parlare delle difficoltà delle popolazioni indigene e in generale dei MAPA (Most Affected People and Areas), ovvero quelli che soffriranno in particolar modo le conseguenze della crisi climatica. Loro sono coordinatrici della Global Alliance of Territorial Communities, ovvero una coalizione di comunità indigene e locali di tante parti del mondo che protegge più di 400 milioni di ettari di foreste.
Quattro ragazzi che sorridono in un campeggio
Foto di Radioimmaginaria
Noi siamo riusciti a fare una chiacchierata con Nansedalia e Michelin perché il loro punto di vista è importantissimo. Facendo parte di comunità indigene, loro partecipano alla lotta climatica in una maniera molto diversa da noi. Noi qui facciamo gli strike e le manifestazioni, ma per loro il modo migliore di proteggere l'ambiente è il loro stile di vita. Pensate che è scientificamente provato che le popolazioni indigene sono essenziali per la salvaguardia del pianeta, proprio perché da generazioni e generazioni vivono a stretto contatto con la natura.

La loro lotta climatica è diversa, ed è molto facile capire perché. Pensate per esempio alle comunità indigene che vivono nella Foresta Amazzonica, con la deforestazione di quella zona non si sta distruggendo solamente uno dei più importanti ecosistemi per il pianeta, ma anche quella che è la casa di queste comunità, un territorio che viene protetto ancora oggi grazie alle tradizioni tramandate della popolazione indigena, che a causa della devastazione rimangono senza una casa. Per loro quindi manifestare per il pianeta significa semplicemente mantenere il loro stile di vita in armonia con la natura e soprattutto combattere letteralmente per la loro casa.
Anche se sono lontani come posti, Nansedalia e Michelin ci hanno detto che è importante che anche noi che siamo in Europa parliamo delle problematiche che vivono in quelle zone, perché per la maggior parte la responsabilità delle devastazioni che vivono ogni giorno è di aziende e compagnie di quello che viene detto il Nord Globale. Spesso le popolazioni indigene devono anche combattere contro i loro governi, che in alcuni casi sono i primi a favorire la distruzione della natura di quelle zone, o addirittura criminalizzano le comunità e non riconoscono il loro diritto sul territorio.

Quello che sarebbe bello fare è di riuscire a prendere spunto dal loro approccio alla natura, che sicuramente non farebbe male neanche a noi che magari facciamo una vita diversa. Ed è anche una delle cose che la Global Alliance of Territorial Communities chiede: incorporare il loro bagaglio di conoscenze della natura, tramandato dai loro padri e dai loro nonni, nelle strategie climatiche per affrontare questa crisi.
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