L'Eurovision è lo stadio della musica

Siamo stati a Eurovision 2022 e a Eurovision Village sembrava di essere allo stadio
Pubblicato da Elisa, Sara e Mattia il 19/05/2022 in Pop
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Dal 9 al 14 maggio noi di Radioimmaginaria siamo stati a Torino e per tutta la settimana siamo stati in collegamento ogni giorno con RTL 102.5, in diretta dal centro di Torino e da Eurovision Village per raccontarvi il Contest.

Il cuore di Eurovision era l'Eurovision village, un intero villaggio tutto a tema Eurovision creato per accogliere i ragazzi arrivati a Torino da ogni parte del mondo. Noi personalmente non l'avevamo mai vissuto come una cosa così importante ma negli altri Paesi sono intrippatissimi, tipo Ultras Eurovision.

Al Pala Alpitour, il palazzetto dello sport dove si è svolto l'evento, non ci sarebbero mai state così tante persone, quindi è stato allestito al Parco del Valentino un palco all'aperto gigantesco e dai teleschermi montati sul prato, decine di migliaia di ragazzi, sabato sera hanno seguito la finalissima.
Quattro ragazzi all'ingresso dell'Eurovision village a Torino nel parco del Valentino
Photo by Radioimmaginaria

Tifiamo tutti per la nostra nazione

Era da tempo che non vedevamo così tanta gente divertirsi insieme ad un concerto ed è stato meraviglioso, anche se mentre eravamo lì in mezzo ci siamo resi conto che l'Eurovision non è una semplice gara tra cantanti, anzi, in certi momenti, se chiudi gli occhi, potresti tranquillamente pensare di essere allo stadio durante la finale dei mondiali, solo che al posto di due squadre ce ne sono 25.

Ogni sera il Parco del Valentino si riempiva di gente che avrebbe dato tutto per vedere trionfare il proprio cantante. Alcuni avevano la bandiera del loro Paese sulle spalle, altri avevano la faccia pitturata, altri ancora si erano messi la maglia della loro Nazionale o avevano preparato degli striscioni, insomma, mancavano solo i fumogeni e i lanciacori. E quando durante la finale i rappresentanti delle delegazioni dei vari Paesi hanno iniziato a distribuire i punti della giuria degli esperti, il parco è diventato una bolgia. I più calorosi di tutti erano gli spagnoli, ma c'erano anche moltissimi inglesi, finlandesi e svedesi.

La cosa bella però è che alla fine, in mezzo a questo casino frastornante, sembrava di essere all'interno di una gigantesca curva dove però non c'erano distinzioni tra tifosi, anzi tutti tifavano un po' per tutti.
foto in bianco e nero di un insegnante di fisica nella sua classe mentre spiega
Photo by Immo Wegmann on Unsplash

L'Australia e l'avventura di Tess

Molti di voi probabilmente si sono chiesti perché cavolo all'Eurovision partecipi anche l'Australia. In realtà non sembra esserci un motivo razionale per cui un Paese dell'Oceania debba partecipare ad una gara che nel suo nome ha proprio la parola Euro ma la delegazione australiana, un passo per volta, si è avvicinata sempre di più a questo evento tanto che dal 2015 non è mai mancata. Anzi, stando una settimana al village abbiamo capito che gli australiani sono tra i tifosi più caldi e non si perderebbero una finale del contest per niente al mondo.

Tra tutti però, il tifoso più incredibile è stato sicuramente Tass, un insegnante di fisica di 30 anni che ha dovuto affrontare un viaggio durato 30 ore, dall'Australia a Torino solo per vedere il concerto dal vivo. È partito da Melbourne e prima di arrivare a Torino ha fatto scalo a Doha e Roma e una volta arrivato a Eurovision si è incontrato con altri 30 membri del Fanclub ufficiale che seguono l'Australia dappertutto, dalle semifinali agli after party.

In Australia per guardare l'Eurovision bisogna svegliarsi alle 5 del mattino, ma è stato incontrando persone come Tass che abbiamo capito quanto l'Eurovision sia magico, perché quando la musica riesce a farti entrare in contatto con altre culture e nuove persone, allora non importa più che bandiera hai sulle spalle.
Orchestra ucraina tiene bandiera gialla e azzurra dell'ucraina insieme al cantante Blanco
Photo by Radioimmaginaria

Eurovision in Ucraina

Quest'anno l'Eurovision è stato bellissimo e viverlo in mezzo a migliaia di ragazzi come noi lo è stato ancora di più.

Il prossimo anno sarà in Ucraina e il presidente ucraino Zelensky ha già detto che sarebbe bello farlo in una Mariupol libera pacifica e ricostruita. Noi non vediamo l'ora che succeda, magari la prossima volta ci vediamo di nuovo proprio lì! Chissà...
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