Daft Punk, storia di un’intelligenza artificiale

Cioè nel senso - Daft Punk, storia di un’intelligenza artificiale
Pubblicato da Marco R il 25/11/2021 in Nerd
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Bella rega! Questo è "Cioè nel senso" lo spazio di Radioimmaginaria interamente dedicato ai giornalini scolastici. Allora, funziana così: ogni settimana selezioniamo un giornalino scolastico tra tutte le scuola d'Italia e vi facciamo leggere qui sotto l'articolo che ci è piaciuto di più.

Questa volta abbiamo deciso di scegliere Augustus, giornalino del Liceo Augusto di Roma.

L'articolo si chiama "Daft Punk – Storia di un'AI" e l'ha scritto Beniamino.
Illustrazione di un dj cartoon che suona una consolle ballando
Illustrazione di Radioimmaginaria
Che i Daft Punk siano stati uno dei gruppi più influenti nella storia della musica elettronica è ormai noto a tutti. Che siano uno dei più misteriosi, anche: infatti, oltre al rifiuto di mostrare i loro volti in pubblico, le loro canzoni sono sempre state oggetto di numerose interpretazioni, e vi sono ancora oggi dibattiti su quale sia il loro significato. Io personalmente oso spingermi un po' di più e proporre la mia interpretazione, ovvero che tutta la discografia dei DP racconti un'unica storia, che consiste nella descrizione dei vari stadi di sviluppo di un'intelligenza artificiale. Ma prima di esporla, devo fare due premesse: un'introduzione ai Daft Punk, per i pochi che non lo sapessero, e alcune piccole nozioni sul funzionamento di un'AI.
Copertina del video

I Daft Punk sono un'intelligenza artificiale?

Un'intelligenza artificiale nasce come rete neurale, ovvero una rete di "neuroni digitali" che, legati tra di loro, cercano di trovare la risposta migliore ad una domanda che viene loro posta. Perchè essa diventi effettivamente un'AI questa rete deve essere costantemente allenata con un processo chiamato "training", basato su una banca dati detta dataset: dalla grandezza del dataset dipendono sia la complessità che la precisione dell'AI. I Daft Punk sono stati un duo di musicisti e dj, composto dai francesi Guy-Manuel de Homem-Cristo e Thomas Bangalter. Considerati uno dei gruppi più influenti del loro genere con soli quattro album a partire dalla loro genesi nel 1993, sono riusciti a vincere molteplici premi, tra cui ricordiamo i numerosi Grammy Awards nel 2009 e nel 2014. La particolarità di questo duo, come già accennato, era la loro tendenza a celare i loro volti e le loro identità dietro alle fattezze di due robot.
Gif con il Casco dei Daft Punk a righe rosa e nere fluttua attorno a dei fumetti con note musicali
Illustrazione di Radioimmaginaria

Tutti amano i Daft Punk!

Nel corso della loro carriera hanno vantato collaborazioni con vari artisti del calibro dello scomparso Romanthony, [il tizio di Face to Face], Nile Rodgers degli Chic, Pharrell Williams, Paul Williams, Stevie Wonder e The Weeknd. Nella loro carriera si sono cimentati anche come registi e produttori, collaborando alla realizzazione di due film: realizzando la colonna sonora di Interstella 5555 (2003), di Leiji Matsumoto (famoso mangaka autore, tra gli altri, del celeberrimo manga Captain Harlock), e dirigendo Daft Punk's Electroma (2006). Recentemente, per la precisione il 22 febbraio scorso, hanno annunciato il loro scioglimento.
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La nascita del primo album

La sonorità del primo album, Homework (1997), può essere descritta come molto rudimentale e macchinosa, essendo tutte le sue canzoni basate su dei loop composti in maniere diverse per creare nuove canzoni: infatti il titolo stesso è relativo alla produzione dell'album, non un album vero e proprio, bensì una raccolta di brani registrati nel corso degli anni a casa di Bangalter. In questa storia Homework rappresenta il primo stadio, ovvero un dataset ancora primordiale basato su piccoli leitmotif, giri di batterie ed effetti sonori: il risultato di essa sarà un album dal sound ripetitivo, primordiale e anche dal non facilissimo ascolto per chi non mastica bene la musica elettronica.

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Mi raccomando, se anche la vostra scuola ha un giornalino scolastico scriveteci una mail a [email protected] La prossima volta leggeremo sicuramente il vostro! Ci sentiamo la prossima settimana, ciaooooo!
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