La storia degli sfascia chitarre

Cioè nel senso - La storia degli sfascia chitarre
Pubblicato da Redazione il 04/11/2021 in Pop
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Bella rega! Questo è "Cioè nel senso" lo spazio di Radioimmaginaria interamente dedicato ai giornalini scolastici. Allora, funziana così: ogni settimana selezioniamo un giornalino scolastico tra tutte le scuola d'Italia e vi facciamo leggere qui sotto l'articolo che ci è piaciuto di più.

Questa volta abbiamo deciso di scegliere il Cavò, giornalino del Liceo Cavour di Roma.

L'articolo si chiama "La storia degli sfascia chitarre" e l'ha scritto Leonardo.
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Tra le urla dei fan, al termine dell'ultimo brano, nell'euforia del concerto, davanti alla sicurezza e alle telecamere, il tuo idolo prende la chitarra e la schianta sul palco; una, due, tre volte, fino a quando non avrà la certezza che neanche un miracolo le permetterà di tornare a suonare. Un gesto così semplice, a tratti inspiegabile, provocatorio, diventato quasi convenzionale per alcuni di noi, ma dietro al quale si celano curiosi aneddoti e significati. Chi è stato il primo artista a distruggere una chitarra sul palco? L'opinione pubblica sostiene che sia stato il chitarrista Pete Townshend della rock band inglese "The Who", anche se Paul McCartney ha dichiarato che i Beatles già nei loro primi concerti al Cavern Club erano soliti rompere le loro chitarre al termine del concerto.
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Non ci sono però dubbi sul fatto che la prima chitarra distrutta da Townshend sia frutto di un incidente. Ci troviamo negli anni '60, in un piccolo locale underground in Inghilterra, gli Who hanno appena terminato di suonare uno dei loro brani in scaletta. Pete decide di togliersi la sua Rickenbacker, ma non accorgendosi del soffitto molto basso lo colpisce in pieno, rompendo il manico della sua dolce metà; la frustrazione lo porta a finire l'opera e a disintegrare il suo strumento. All'euforia della folla per l'apparente provocazione è contrapposto il dispiacere del chitarrista che ha appena fatto a pezzi la sua chitarra senza volerlo. Nonostante ciò, a partire da questo concerto, per soddisfare le richieste del pubblico, folgorato dal gesto, per gli Who rompere gli strumenti al termine del live diventò un'abitudine. Le motivazioni dietro l'atto variano a seconda degli artisti e del periodo storico e oltretutto non sono così scontate come si potrebbe pensare.
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Negli anni '60 e '70, durante i tour, tra ore di prove faticose e tappe ravvicinate, veniva quasi naturale sfogarsi al termine dell'esibizione. Inoltre, per sostenere i ritmi stressanti, molti artisti facevano uso di sostanze stupefacenti con effetti eccitanti, come le Anfetamine, che invogliano ancor più il chitarrista a compiere il gesto. Per alcuni il gesto si tramutò in puro intrattenimento, come Jimi Hendrix che al Pop Festival di Monterey nel 1969 diede fuoco alla sua Fender Stratocaster. Con l'arrivo di nuovi generi come il punk rock e il grunge questo gesto diventò simbolo ed espressione di anarchia non solo per il pubblico, ma anche per gli artisti....

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